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Un marziano a Roma/40 Dandini+Gargioli+Strana Coppia=La sfida x la pasta migliore

mercoledì, 20 Luglio 2011 di

svinando

Quest’oggi Qwerty potrà divertirsi con il cibo come non ha mai provato fino ad ora. Ha iniziato ad apprezzare uno dei riti romani che ancora resiste a chiazze sul territorio della città e nei dintorni: il pranzo domenicale. Lo avverto che sarà un ristorante sui generis anzi un temporary restaurant per essere più fighi anche se so bene che il gastro e l’enoico non scherzeranno.

L’appuntamento è al bar cool-lante (nel senso che se dai a fondo con le alchimie di Pino Mondello farai fatica a stare diritto) della Capitale, Settembrini. Colazione con due coppie che si allontanano dai tavolini: una sale sulla Ferrari, l’altra si accomoda su una bicicletta (e non so da quando non vedevo una ragazza sedersi sulla canna).

Ho pregato Qwerty di mollare il suo attrezzo da viaggio pieno di lucine, antibloccaggi, sedili riscaldati e piroettanti. Oggi si va con un mezzo più autentico di un elettrodomestico. Ci si separa perché nella mia ottopistoni si va comodi solo in due e la sua amica di una città desertica della costellazione di Cassiopea si è imposta per accomodarsi su un oggetto così strano. Dopo la coppia di Montreal incontrata per caso e autotrasportata alla tavola di Dino de Bellis, la città canadese tiene banco anche oggi.

Si va verso Cittaducale, appena sopra Rieti, fino a casa di Nicola Massa il correspondao brasilao che sta girando da un mesetto in Italia scopo vino.

Saremo una trentina di amici e simpatizzanti scattisti all’ombra del boschetto dove è stata accomodata la tavola. “Ma che c’entrano i ristoranti”, aveva chiesto Qwerty prima di salire nell’altra macchina con Claudia Cloo Peccable, fornellista in forma decisa a sacrificare per un giorno le ragioni del pilates, Stefania Monaco difensore del sud con la maglietta “Io bevo vino di Calabria”, la “Cinese” e Arcangelo Dandini.

Uno chef in trasferta? Ebbene sì. Arcangelo Dandini, Claudio Gargioli di Armando al Pantheon e la Strana Coppia di Scatti di Gusto Bocchetti+Sponzilli si sfideranno a singolar tenzone sul tema dell’amatriciana visto che da Cittaducale ad Amatrice il passo è breve.

Gli altri equipaggi sono in movimento. Con Andrea Sponzilli e Manuela c’è Lorenzo Sandano, la bestia nera di qualsiasi pentola contenente pasta. Alessandra Bertocci per dare il giusto spessore culturale all’evento ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera (a proposito, se non avete letto ancora “La percezione del dolore” vedete di rimediare) mentre Alessandro Bocchetti ha lasciato (con fatica) la sua postazione allo chalet di Francavilla a Mare.

Cristiana Lauro si lascia scarrozzare e porta con sè Paolo Trimani.

La famiglia Gargioli, Claudio e consorte, è arricchita dal nuovo arrivato in braccio a Fabiana che ritornerà al ristorante.

Sul versante Abruzzo si segnalano ancora i produttori di vino (e sponsor delle sbronze) Luigi Cataldi Madonna aka Lu Barone e Cristiana Tiberio.

Il che vi fa comprendere i vitigni.

Il critico Roberto De Viti è il trasportatore di un fiordilatte di grande consistenza e di un caprino assai buono che funzionano da antipasto in attesa degli arrivi assieme a pomodori, prosciutto umbro e focaccia.

La discesa delle cavallette avrà ben presto ragione di loro.

Intanto sale la tensione della gara fra amici che però sono disposti a vendere cara la pelle ovvero ricorrono ai trucchi più golosi (si può dire quando ti prendono per la gola come sanno fare) e affilano le armi. L’estrazione dello spaghetto più corto fornisce la sequenza: Gargioli – Dandini – Strana Coppia.

La giuria tecnica (Cataldi Madonna – De Viti – Lauro – Massa – Trimani) assegnerà il suo premio e quella popolare farà lo stesso. Una sfida all’ultimo boccone.

Claudio tira fuori la sua arma segreta: la valigetta del perfetto matriciaro. Un commovente guanciale attira l’attenzione degli astanti e l’applauso si trasforma in un verso a metà tra un muggito e lo scalpitio di una mandria. Fame.

Qwerty ben conosce Claudio Gargioli e ancora adesso mi chiede dei budelli, si della pajata. Ma ora facciamo altro. Il guanciale finisce lesto a sobbollire mentre gli sfotto rimbalzano in ogni dove (“pasta con il guanciale bollito, si vede che sei anziano” è quello riferibile anche fuori dall’orario protetto). Il pastificio Martelli è quello scelto da Claudio che lo usa normalmente al ristorante. Bella sugosa, l’amatriciana classica con il bel sostegno del San Marzano e del Casalino è una bella fucilata per i commensali.

La giuria tecnica ha il suo assaggio da degustazione. Il popolo si contende il fondo della pentola.

Ed ecco la sorpresa di Arcangelo che tira fuori un barattolo di olio speziato. Ma non era matriciana? “Si va oltre, questa è la mia riappacificazione con il pepe” esordisce l’oste del centro storico. Mi domando se la mia carbonara potrà ritornare ad essere la stessa, ma Qwerty che ha avuto la mia stessa idea e sta intervistando Dandini mi agita in segno di sconforto le sue 8 propaggini.

La pasta di Arcangelo è nuova con la sua spinta erbacea e la cottura è seducente. Siamo lontanissimi da una matricida come si potrebbe intendere leggendo la parola. Particolare, fresca e appuntita allo stesso tempo, potrebbe finire in carta al locale di via Belli. Vedremo.

Chiudono la sequenza il duo Bocchetti+Sponzilli che si sono allenati con le ricette della Strana Coppia. Per loro una gricia come quella da campionato gastromodaiolo.

Un altro bel piatto lontano dalla matriciana classica e un filo meno performante di quello messo a punto a casa. Ma l’effetto finale è di ottima consistenza anche se le mezze maniche Verrigni Valentini mi convincono meno del fusilloro.

E viene il momento della premiazione con lo spoglio delle schede della giuria popolare e la seduta in camera di consiglio della giuria tecnica. Che assegna il Premio della Critica Cittaducale a Claudio Gargioli.

Il nonno si è difeso benissimo e ha lasciato al palo gli altri contendenti anche nella votazione popolare regolando sulla distanza la Strana Coppia e Arcangelo. Luciana, giunta dal Brasile per seguire l’evento, annuncia i risultati.

Si grida subito al complotto, al conflitto di interessi e alla compravendita dei voti (che sono stati espressi in decimi). In effetti Claudio Gargioli tira fuori una pinta di pajata e prepara un po’ di pasta giusto per dare uno spessore al pasto che seguirà la degustazione (6 kg per 30 persone…) con una spuzzata di salsicce di fegato. E poi anche quelle normali. E poi chissà.

Il sole scende e la temperatura dell’asfalto deve essere quella giusta. Voglio passeggiare con la mia ottopistoni Alfa Romeo del 1972 lungo la Salaria giù fino a Roma e mi accomiato lasciando Qwerty e amica al consesso che sta discutendo sui risultati.

L’aria calda prova a mitigarsi mentre il lungo cofano respira davanti a me librando la potenza sul telaio Giulia. “La massima aspirazione in fatto di automobili”, così fu presentata all’esposizione universale di Montreal che raggruppò le proposte più avanzate della tecnologia del tempo. Un bel confronto proprio come quello della pasta di oggi.

Emozioni che si accumulano mentre mi raggiunge un sms di Black Mamba: “A Pagà, stamo a fà la gricia!!!! Gira il bolide che ti aspettiamo!!!!” Incorreggibili, ma purtroppo sono già arrivato a Roma e penso al marziano e alla sua amica che si staranno domandando qual è l’inizio e qual è la fine di una competizione (di pasta) sulla Terra!

Una cosa è certa. Da oggi Roma ha un nuovo Re della Matriciana: Claudio Gargioli di Armando al Pantheon. Almeno fino alla prossima sfida

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.