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Gennaro Esposito da Settembrini. O del perché andare alla Mostra del Cinema di Venezia

giovedì, 01 Settembre 2011 di

State cercando un motivo per andare alla Mostra del Cinema di Venezia, appagare la vostra voglia di cultura gastronomica e non giocare a rimpiattino per cercare un bacaro degno di questo nome, per evitare un ristorante che vi scambi per un pollo o per decidere di non impegnare l’argenteria in qualche tavola di lusso?

Ebbene, tenetevi saldi alla tastiera perché il motivo c’è ed è anche bello grosso: assistere il 7 settembre alle ore 22.00 (Casa degli Autori, La Pagoda) alla proiezione del film Più come un artista di Elisabetta Pandimiglio nella sezione Giornate degli Autori.

E che c’entra la tavola? Facile, i protagonisti sono Gennaro Esposito e i cuochi della Torre del Saracino. Lo chef stellato di Vico Equense, ideatore della Festa a Vico e gran mattatore della Notte degli Chef su Canale 5 (do you remeber?), si conferma personaggio poliedrico e prova a sbancare anche il botteghino. Sembra quasi un rewind leggendo la sinossi: “Tra un piatto e una spadellata nell’inarrestabile cucina del ristorante di Gennaro Esposito, uno degli chef più quotati del momento, si vivono conflitti e passioni; si diventa tanto amici o tanto nemici; ci si ama e ci si odia. ”

Ma vuoi vedere che c’ha visto giusto Alfredo Signorini che ha armato di forchette e coltelli tre squadre pronte a combattersi in singolar tenzone (e va bene che tv e cinema c’hanno preso gusto con la cucina e le sue dannazioni)?

Ma le sorprese non finiscono qui. Perché la casa produttrice del film si chiama Settembrini film. Bravi, avete azzeccato, proprio quel Settembrini di Roma, locale glamour e frequentato dai volti della televisione e del cinema, capitanato da Marco Ledda che con Gianluca Arcopinto ha dato fiducia alla regista e fondatrice di Telefono Rosa.

Non so perché sento che vi state chiedendo quale potrebbe essere il motivo che ha spinto Marco Ledda patron del Settembrini “dove si mangia” a scegliere Gennaro Esposito e la cucina della Torre del Saracino in Costiera Sorrentina piuttosto che Luigi Nastri e la cucina del Settembrini nel quartiere Prati di Roma. Ma una cosa è certa: ora avete un ottimo motivo per andare alla Mostra del Cinema di Venezia e appagare la vostra fame di cultura senza dover fare il gioco dell’oca per andare a mangiare in laguna.

[Copiaincollo le note di regia così potrete discutere al bar o su scaip se uno chef è un cuoco, un artigiano, un artista o uno che vi prende per la gola e vi fa stare bene. E comprendere che se Gennaro è lassù in cima ci è arrivato a suon di scale]

Appostamenti lunghi intere giornate tra i vapori spessi di una cucina movimentata e sempre affollatissima. Tre, a volte quattro operatori, schiacciati negli angoli, telecamere strette addosso. Impossibile però non intralciare, cercando – nei gesti rituali, i passaggi bruschi, le elaborate preparazioni – i segreti di un mestiere che ti chiama, ti avvolge, diventa stile di vita.
«Una volta, se dicevi a una ragazza che facevi il cuoco, lei ti guardava come si guarda un bandito. Oggi non è più così – dice Gennaro Esposito – anzi sei considerato quasi un artista». Ma arrivarci, a fare l’artista, non è facile, perché il cuoco è un lavoro massacrante: ritmi frenetici, orari folli, convivenza forzata spalla a spalla, totale dedizione. La colorata squadra della cucina di Vico Equense è una vera piccola comunità multietnica: c’è Peppe che va pazzo per la moda e il design; Fumiko che alla Torre del Saracino ha trovato persino l’amore; Masato che ha lasciato la fidanzata in Giappone per viaggiare “leggero”; Salvatore diviso tra cattolicesimo, spiritualità ibride e il suo chiodo fisso: le donne! E poi pensieri più intimi che irrompono tra i dialoghi della presa diretta svelando anche i segreti di una brigata di giovani cuochi su cui si posa con affettuosa intransigenza lo sguardo del loro chef, che intanto ricorda e si racconta: bimbo pasticcere a soli nove anni, per saldare un debito di famiglia; lo sconforto dei momenti più bui; un percorso passo dopo passo, pietra su pietra, fino alla costruzione della sua cucina ideale, simbolo del riscatto di un’intera vita.

[Credit: Settembrini Film, Elisabetta Pandimiglio]

(Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine)

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.