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La settimana degli chef tra mozzarella di bufala e colpi di cannone

Mozzarella in primo piano e tanti ristoranti. Ma anche il primo appuntamento con la cuoca urbana e la bambola di zucchero di Dalila Duello
domenica, 13 Maggio 2012 di

svinando

Grandi chef alle prese con un ingrediente difficile da manipolare in cucina: la mozzarella (che funziona già benissimo con il pane buono). A rappresentare Gennaro Esposito, alle prese con i preparativi della Festa a Vico, c’erano il sous-chef Salvatore La Ragione e la moglie Vittoria Aiello.

Luci e ombre dei ristoranti. Non uno spettacolo edificante quando vi transitano indebitamente i soldi del contribuente o quelli dei mafiosi della Grande Mela.

Spettacolo accattivante, al contrario, quando giocano con l’arte e lo sport, quando tengono alto il nome della cucina cinese, insidiata da emuli un po’ troppo a buon mercato, se organizzano insoliti campionati per gli amanti dello spumante o assistono alla nascita di nuovi percorsi di politica partecipata.

E non è finita qui. Tra i protagonisti dello spettacolo edificante metteteci pure Filippo Gozzoli, lo chef che ha accettato di unirsi ai fornelli con un cittadino qualunque, sei ottime tavole di Torino e dintorni, un bistrot romano dal conto onesto, tre buoni indirizzi ad Alba al netto di Crippa e un ristorante con orto annesso e cucina dalla vocazione vegetale a Milano.

Mangiare a casa. Quante/i si sono riconosciuti nella cuoca urbana che tutto predispone per non farsi mancare nulla a tavola senza cadere nella rete della fretta e con il faro del km0 e pure della cucina stagionale? (un miracolo, praticamente!).

Non ha fretta neanche Dalila Duello che in un tutorial accompagna gli appassionati del cake-design nella realizzazione di una deliziosa bambola di zucchero.

Resta anche il tempo per riflettere sulla possibilità di un’idea comune del racconto enogastronomico. Il tentativo che ha visto protagonisti la Gazzetta Gastronomica e Passione Gourmet non ha avuto gli esiti positivi che tutta la Rete auspicava ma non per questo, dicono in molti, bisogna demordere.