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Guida Michelin 2013. 5 ristoranti che vi siete persi e ora ci andrete

giovedì, 15 Novembre 2012 di

svinando

Esce la guida Michelin quasi sul finire dell’anno e subito montano i buoni propositi per quello successivo. Scorrendo tutte le nuove stelle si fa un poco come le figurine. Ce l’ho, non ce l’ho. Perché ammettiamolo tra di noi, riuscire ad andare in un anno in quelli che sono considerati i migliori ristoranti della Rossa ci vorrebbe un anno intero e andare per marce forzate. Sapendo comunque di poter contare su un periodo di ferie di circa due mesi: siamo a 307 stelle su 365 giorni. In pratica 1 ristorante al giorno. Trasferimenti compresi.

Ritorniamo sulla terra. Scendendo drasticamente con una top five dei buoni propositi. E prendiamo le prime stelle Michelin, quelle che fanno più differenza tra avercela e non avercela (anche se a marzo, per dire, già cucinavano da Stella Michelin). E con le ragioni di tenere un blog che a volte si scontrano con quelle di mettere le zampe sotto il tavolo.

Pipero al Rex. Per la nota teoria del “più sta vicino casa e più dici la prossima volta” è finita che dall’apertura la carbonara a grammo (sarà stato questo il piatto che ha convinto la stella ad illuminarsi?) non l’ho ancora assaggiata. Qualche miscredente già parla di un menu fermo al giorno dell’inaugurazione. Meglio, così non ci siamo persi niente, noi che ancora non abbiamo gigioneggiato alla tavola più gastropaparazzata della dolce vita romana.

Metamorfosi. No, da Roy Caceres ci sono stato nel Day After della nevicata romana a febbraio e poi assaggio rapido del riso rosso. Menu già illustrato da altri autori qui su SdG (più ricetta dell’uovo 65° Carbonara e partecipazione al contest fotografico) e finisce che non ne scrivi in ossequio alla seconda regola del “dove andiamo noi che scriviamo? Facile, dove non abbiamo scritto, per cui se ci vai, mangi solo (e meno male).

El Coq. Lorenzo Cogo era lì a portata di mano (si fa per dire considerata la distanza Roma – Marano Vicentino) con un tour insieme a Paolo Parisi e forno alte temperature al seguito. Lisciato per un giorno di differenza sul programma. E ancora mi sogno il suo Acquario portato alla Festa a Vico 2012 che già aveva abbacinato SdG in sede l’anno scorso.

Le Colonne. Posso considerarmi frequentatore seriale dell’autostrada Roma-Caserta-Salerno con l’autogrill Casa del Nonno 13 (praticamente al termine del ramo) e il ristorante della neo stellata Rosanna Marziale. Fisico asciuttissimo e grinta da vendere, mi risulta essere l’unica manipolatrice (con successo) della mozzarella di bufala di cui è ambasciatrice (ma non solo, come ci ricorda questa ricetta utile per il Natale). Il riconoscimento della stella arriva con un’anticchia di ritardo ma è pur sempre festa e considerato l’ultimo passaggio alla sua tavola (causa orari di transito sballati) già pregusto il ri-assaggio del Tonkatsu di maiale nero casertano con mozzarella di bufala campana dop (ma che la Festa a Vico abbia portato bene quest’anno o è una semplice coincidenza mentale piatti-stelle?) presentata anche in video con Gianfranco Vissani a La7.

Le Trabe. Quasi senza giustificazione. 50 km di distanza intercorrono tra il ristorante dove opera Giuseppe Stanzione e casa mia. Con l’aggravante dei ripetuti passaggi in occasione della Top Ten dei caseifici di mozzarella di bufala a Paestum più varie ed eventuali di una solita estate cilentana. Ma ho già accettato l’invito di un “conterraneo” a sedersi a quella tavola.

E’ vero che ho avuto la fortuna di essere andato al neo stellato erotico Magorabin durante il Salone del Gusto di Torino e che ho messo 5 buoni propositi di cui 4 fattibili geograficamente parlando, ma voi avreste una cinquina migliore da proporre?

[Immagine: porkandprejudice]

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.