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Cibo
29 Agosto 2011 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:44

MAD FoodCamp | Redzepi punta sull’ecologia e sull’educazione

Il MAD FoodCamp di René Redzepi è iniziato a Copenaghen. La lunga attesa e la curiosità di scoprire cosa il cuoco danese avesse in mente per questo
MAD FoodCamp | Redzepi punta sull’ecologia e sull’educazione

Il MAD FoodCamp di René Redzepi è iniziato a Copenaghen. La lunga attesa e la curiosità di scoprire cosa il cuoco danese avesse in mente per questo anticonvenzionale festival culinario è giunta al termine.

L’area, allestita all’interno di un compound industriale situato nella parte nord-est di Copenaghen, è sferzata da una pioggia scrosciante e battente che rende l’atmosfera piuttosto surreale.

La manifestazione è ospitata su di un grande prato sul quale si snodano le varie sezioni espositive delimitate da tendoni da circo e balle di fieno: si cammina nel fango, i più attrezzati indossano stivali di gomma o scarponi da trekking, i più temerari si aggirano a piedi nudi, le mie sneakers bianche cambiano colore dopo pochi minuti.

La manifestazione, le cui parole d’ordine sono ecologia, territorialità e food culture, ha due anime: quella popolare del Festival rivolta alle famiglie e ai cittadini e quella tecnica e propositiva, il Symposium, i cui lavori sono alimentati dagli interventi di chef, agricoltori e scienziati.

Che il MAD FoodCamp sia molto sentito dai cittadini di Copenaghen lo si intuisce già salendo sull’autobus n. 40 che ha come capolinea proprio il festival, e lo intuisci perchè armati di indumenti anti-pioggia vari ci sono intere famiglie, mamme con bambini, giovani coppie e coppie più anziane. La cosa che forse più stupisce è proprio la massiccia presenza di così tanti bambini che con la loro tipica vivacità assaggiano, chiedono e fanno svariati bis dei prodotti esposti come assaggi: se il messaggio principale della manifestazione è “consumare in modo sostenibile” allora una così ampia platea under 12 lascia ben sperare in un futuro attento ai temi dell’alimentazione, dell’agricoltura e dell’impronta ambientale che lasciamo nutrendoci quotidianamente.

Come dicevo il festival è distribuito su un bel prato in parte delimitato da uno dei tanti canali che si diramano in tutta Copenaghen; ogni zona del Foodcamp ha un tema specifico che viene affrontato con dimostrazioni pratiche, lezioni teoriche, assaggi e possibilità di acquisti diretti dai produttori.

Se nella sezione “Nel giardino delle erbe” è possibile vedere rape, carote ed erbe aromatiche coltivate, nel tendone “Nella fattoria” viene offerto latte con tanto di mucche chiuse in recinto.

E’ inoltre possibile può visitare “Il terreno che vive”, corredato di radici ed “Il profumo di fieno”, o ancora la zona “Falò” e quella “Campi di grano” dove è possibile assistere dalla molitura dei cereali alla panificazione.

Una grande area centrale è predisposta per le dimostrazioni dei tanti produttori che cucinano i loro prodotti e li offrono come assaggio, mentre una seconda area laterale è adibita a servizi di ristorazione in puro stile MAD FoodCamp dove vengono serviti coloratissimi piatti di verdure crude e cotte o più calorici panini con mele, pancia di maiale e salse speziate.

La giornata al Festival del MAD FoodCamp è cadenzata da un’agenda che per ogni sezione indica gli orari delle varie dimostrazioni, ma può anche essere vissuta passeggiando liberamente lasciandosi incuriosire dai prodotti o dai personaggi che animano l’evento.

Mentre il Symposium è concepito per una platea internazionale, il Festival è costruito appositamente per stimolare la sensibilità, già piuttosto spiccata degli abitanti di Copenaghen sul tema: tutto, dagli stampati alle dimostrazioni, è in sola lingua danese per cui molte delle cose assaggiate andavano identificate con altri strumenti quasi come fosse un gioco.

Pioggia e freddo a parte, il clima è davvero entusiasmante ed eccitante: la partecipazione è molto attiva cosicché tra produttori e consumatori si alimenta una spirale di condivisione e confronto attiva e vivace, in grado di rilanciare con estrema forza comunicativa il messaggio che Redzepi vuole trasferire dalla sola élite gastronomica a tutti i produttori/consumatori creando di conseguenza una coscienza di sostenibilità gastronomica collettiva.

È bello vedere come i visitatori animino discussioni fitte con gli agricoltori o con i produttori, come il viso della gente sia disteso e sorridente e come, in qualche modo, la qualità e l’ecosostenibilità del cibo siano viatico per una giornata di distensione ma soprattutto attori di questa grande e vivace festa rivolta davvero a tutti.

(Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine)

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