Certo – ci sono appena stato, e ne ho già scritto: la nuova pizzeria di Gino Sorbillo è aperta solo da un paio di settimane. Eppure la pizza migliore che ho mangiato da due settimane a questa parte è ancora una delle sue, questa volta una di quelle “gourmand” che propone a due passi dal Duomo e dalla Galleria, appunto da Gino Sorbillo Pizza Gourmand.
Ammetto che non è che abbia mangiato una pizza al giorno, nella mia ricerca della best of the week: ma sicuramente ne ho mangiate diverse, discrete, buone, molto buone, ma non buonissime – o per lo meno non così buone.
Ah – metto questa foto di Gino prima di raccontarvela: non è nella sua nuova pizzeria, e quella che ha in mano è una pizza al pesto (la Liguria, ovviamente) che viene cucinata in un forno napoletano elettrico. Ma un post su Sorbillo non ha senso senza una foto di Sorbillo stesso: è un must, e insieme un riconoscimento alle sua capacità, oltre che di pizzaiolo, anche di “personaggio” socialmediatico.
Per la Sardegna Sorbillo ha deciso di puntare sui formaggi – che sono in effetti fra i prodotti migliori dell’isola (a ben pensarci, però, non mi vengono in mente prodotti sardi men che buoni…), e che stanno benissimo sulla pizza.
• Pecorino Tiu Ettori di Monzitta & Fiori, un’azienda nel nord della Sardegna, in provincia di Sassari. Si tratta di un formaggio a pasta semicotta e a latte intero, di Latte Nobile di Pecora, e le pecore sono, manco a dirlo, di razza sarda e allevate a pascolo; ha vinto il Cheese Award 2017 per i formaggi semi-stagionati.
• Fiore Sardo Dop, Formaggio di Pecora.
• Ricotta Salata del Caseificio Cuozzo. Qui siamo a Oristano, quindi nel sud della Sardegna: a completare anche geograficamente questo itinerario nel gusto sardo. E la ricotta di Marcello Cuozzo, salata, ma neanche troppo, è una delle più buone che abbia mai mangiato. Punto.
• Mozzarella, Olio Evo Biologico e Basilico: magari non saranno proprio sardi sardi, ma direi che di Sardegna qui ce n’è in abbondanza.
Il tutto a 12 €. E a me è già venuta fame.
Gino Sorbillo Pizza Gourmand. Via Ugo Foscolo, 3. Milano.
La migliore Pizza della Settimana
- La Liquirizia in giallo di Sasà Martucci a Caserta
- La Capricciosa soffice di La Pizzeria Nazionale a Milano
- La Fior di Formaggi di Da Zero a Milano
- La Quattro Latti di Gino Sorbillo a Napoli
- La Radicchio Affumicato di Cenerè a Milano
- Assaje di Assaje a Milano
- La Pizza della Settimana. Salsiccia e friarielli in 3 indirizzi imperdibili a Napoli
- Verona. La migliore Pizza della Settimana è la Senza Lievito di Renato Bosco
Grande sorbillo ovviamente un must della panificazione semplice, faccio comunque presente che Oristano si trova a nord dell’isola.
È comunque a livello culinario oserei dire preparazione semplicistica e scarso utilizzo del grandissimo repertorio culinario sardo. La ricerca di una specialità non credo vada presa così alla leggera da un personaggio del suo calibro.
In effetti ho semplificato un po’ – sta di fatto che Oristano è nella parte centrale della Sardegna, ma più nella metà meridionale che in quella settentrionale: chiedo comunque scusa.
Se Oristano è nel nord Sardegna, Sassari è in Corsica !!!
Mi sono già scusato per la disattenzione – pensavo che potesse bastare
Preparazione semplicistica non mi sembra voglia dire molto: in tutte le pizze si mettono gli ingredienti semplicemente sopra la pizza, prima o dopo la cottura.
La scelta delle specialità è, appunto, una scelta: non è la pizza “campioni di Sardegna”, oppure “rassegna gastronomica della Sardegna”, bensì “una” pizza con ingredienti sardi (e fior di ingredienti, dvo dire) – non “i migliori”, non “gli unici buoni”. Ovvio: poteva metterci della bottarga, del prosciutto di pecora, o di cinghiale, delle foglie di mirto (anche qui, scusa, semplifico) – e magari tu, o qualcun altro, avrebbe detto “ma il prosciutto di pecora non mi rappresenta” (o magari non piace a tutti), o addirittura “ma perché non mettere i formaggi sardi che son così buoni?”.
Ovvero: se presento un menù milanese con il risotto alla certosina e la rosticciata, invece di quello giallo e della cassoeula, non è che sia meno milanese…