Campionato della Pizza 2025, Quarti: F. Martucci – G. Bove

Ultimo scontro dei Quarti per decretare il quarto finalista del Campionato della Pizza 2025. La sfida è tra Il Segreto di Pulcinella di Giuseppe Bove a Montesarchio (BN) e I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta. Ad aspettare il vincitore ci sono gli altri 3 finalisti: Sasà Martucci – fratello di Francesco Martucci, sempre a Caserta – Davide Ruotolo di Palazzo Petrucci a Napoli e Salvatore Lioniello a Succivo (CE).
La finalissima dunque già dichiara la superiorità di Caserta che dispone di 2 pizzerie su una sola pizzeria di Napoli a contendere il primo posto di un Campionato che ha visto i giudici impegnati per tutto il 2025.
Partiamo da Montesarchio e da Bove per poi andare a Caserta da Martucci.
Giuseppe Bove, in attesa dell’ultima sfida per un posto in finale, ha già conquistato un titolo: è l’unico pizzaiolo di Benevento (e provincia) giunto a questa fase. Eppure, è la prima volta che accede alla fase degli scontri diretti. Infatti, nel Campionato della Pizza 2024 non riuscì a qualificarsi nel suo girone nonostante un punteggio notevole.
E a proposito di punteggi notevoli, Francesco Martucci risponde sempre all’appello quando c’è da gareggiare. Fresco di premi ai Pizza Awards, dove ha fatto incetta: Miglior Pizzaiolo, Miglior Carta delle Pizze e secondo posto nella classifica delle Migliori Pizzerie in Italia. In Campionato prova a confermare il suo posto tra i “magnifici quattro della pizza” in Campania.
Vi avevamo anticipato che questa sarebbe stata una sfida che avrebbe visto la cucina sulle pizze. Tra la formazione da chef di Giuseppe e la fin troppo nota capacità di Francesco, l’incontro si preannuncia spettacolare.
Giuseppe Bove, unica pizzeria di Benevento in gara

Giuseppe è un illuminato. Uguale a nessuno, solo a sé stesso. Impasto identitario, ricerca oculata dell’ingrediente di nicchia, ricami da manico navigato e topping iconici. Montesarchio può sembrare lontana, ma la creatività che inonda i gioielli de Il Segreto di Pulcinella accorcia ogni tipo di distanza. Spostare i centri sacri, muovere le masse e tracciare nuove mete.
Eppure il percorso di Giuseppe Bove per arrivare fin qui non è stata semplice.
Durante le qualifiche Bove ha dovuto “gareggiare” con più di 50 pizzerie per conquistarsi il passaggio alle fasi finali. Giuseppe riesce fare una prestazione eccellente che lo porta a guadagnarsi ben 813 punti ed il 5º posto nella classifica provvisoria. Pizza simbolo di quella serata: una capricciosa da sballo, tanto per il gusto quanto per il prezzo (solo 9€).
Prosegue verso gli Ottavi il cammino de Il Segreto di Pulcinella, che deve vedersela con Decimo Scalo a Caserta. Seppur la pizzeria di Vittorio Vespignani risulti in vantaggio (basandoci sui dati della performance delle qualifiche con 835 punti e la 2ª posizione in classifica), non riesce a mettere le pale tra le ruote alla “reggia della pizza di Montesarchio”. Giuseppe, infatti, ribatte ad ogni spicchio con un colpo ben preciso: la fritta è la montanara Revenant, una di quelle pizze che ti fanno dire poco e pensare tanto; la marinara è “Bove”, porta la forma dello chef perché è un intermezzo tra presente e futuro; infine, arriva a tavola “quasi una tagliata”, pizza che ancora una volta sottolinea le capacità e la formazione da chef di Bove.
Un titanico Francesco Martucci

Per I Masanielli di Francesco Martucci niente qualifiche, accesso diretto agli ottavi per il finalista – nonché medaglia d’argento – del Campionato della Pizza 2024. Gli tocca sfidare l’amico Pietro Fontana, che non manca di sottolineare la stima che prova per Francesco. Una prestazione titanica quella che Martucci mette sul piatto. Start con la StraMarinara, spiazzando tutti sulla “scelta facile” della sua iconica Futuro di Marinara ma si sa Francesco non riesce ad esser prevedibile. A seguire, la Tonno e papaccelle; e ancora una volta confonde i sensi con una base tre cotture con papaccella in doppia consistenza, ventresca di tonno rosso, stracchino di bufala. Dinamiche sempre nuove dove tutto vive e grida. Per chiudere un virtuosismo sulla Sette consistenze di cipolla. Componente fredda di umami salmastro costante: granita di ostrica! Quando osare non è mai rischioso per certe menti.
Ed è così che I Masanielli, con 841 punti e uno scarto di oltre 80 punti sull’avversario, si portano a casa l’accesso ai Quarti.
La sfida tra Martucci e Bove
Il numero perfetto è la chiave dell’idratazione di questo Campionato. Dunque, 3 sono i giudici e 3 sono le pizze in gara la cui somma dei punteggi può raggiungere un massimo di 900 punti.
Le due scelte “obbligatorie” sono Salsiccia e Friarielli (o pizza con salsiccia) e la Diavola (o pizza piccante). Liberissimi e creativi nella terza pizza che è scelta dal pizzaiolo (o della sala).
Ma libertà ed estro ce li aspettiamo ad ogni spicchio visti i protagonisti al banco.
Le pizze dei Quarti de Il Segreto di Pulcinella contro I Masanielli di Francesco Martucci
Un qualunque giorno infrasettimanale in quel di Montesarchio. Pizzeria gremita di avventori, eppure l’atmosfera resta sorprendentemente serafica. Un luogo in cui la tranquillità si trasforma in esperienza. Attraversando la sala, attraverso l’ampia vetrata che divide il bancone e i forni dagli ospiti, scorgiamo Giuseppe. Sguardo fisso sull’impasto, testa china, concentrazione assoluta. A farci accomodare è Antonella, moglie di Giuseppe: accogliente, attenta, pronta a illustrare con precisione geometrica ogni proposta del menù. A lei affidiamo la nostra richiesta della triade. È chiaro: sta per iniziare l’ultima sfida dei quarti.
1. La pizza Pomodori in scena

Montanara in doppia cottura (fritta e al forno) passata di Piccadilly arrosto, pomodorini rossi semidry, pomodorini gialli semidry, pomodori verdi semi dry, maionese di pomodoro, chips di pomodoro arrosto, crumble di basilico, pecorino di Laticauda, olio evo monocultivar Ortice Frantoio Romano (15 euro)
Si schiude il sipario ed è subito Pomodori in scena. Special istantaneo per questa sfida Bove – Martucci.

Giuseppe ha una mano delicata, elegante, un vezzo che attraversa ogni sua creazione. I suoi cerchi sono perfetti e la bellezza con cui dispone la materia ha quel tocco che sa d’arte. La prima tela è pop art pura. Warholiana: colori accesi, dettagli 3D, dove l’oro rosso esplode nelle sue declinazioni moderne.

Tessuto croccante, la base è plasmata in doppia cottura. Golden. Asciutta e fragrante, col morso che gioca con educazione costante. Poi il mash up. Arriva fresco e sontuoso. Una lunga esposizione al bello. Passata di Piccadilly arrosto, che profuma di brace e concentra l’umami, accolta da un caleidoscopio di pomodorini rossi, gialli e verdi semidry, ciascuno con una dolcezza e un’acidità diversa. Piccole scintille dinamiche. Extradose cremosa di maionese di pomodoro setosa a intrecciare e rincarare, che avvolge senza coprire, mentre le chips di pomodoro arrosto aggiungono un crepitio che giuoca col crunch.
Un soffio aromatico di crumble di basilico, a saldare il quadro, e la sapidità elegante del pecorino di Laticauda che firma la composizione. Una Cosacca new age, concentrata dieci volte, completa, profumosa, tecnicamente sopraffina.
2. ‘Nduja

Pomodoro Biologico, fiordilatte, ‘nduja di Spilinga, scaglie di Provolone del Monaco, olio evo Gold Plurivarietale Frantoio Romano (9 euro)
Giuseppe, a menù, contempla due livelli di spicy. Diavola per l’approccio soft, ’Nduja per quello hard. Il regolamento del Campionato della Pizza 2025 dice “piccante”, e allora si va di ’nduja senza esitazioni.
Ancora una volta una circonferenza tracciata col compasso: bionda, cotta come si deve, strutture nette, un morso progressivo che diventa subito devastante. La gestione del sale è esemplare, quasi salutare. Il profumo c’è, la bellezza pure.

La base, dalla tendenza dolce del pomodoro rosso vivo, accoglie e diluisce i tocchetti di ’nduja di Spilinga, distribuiti con equità chirurgica su ogni fetta. La fiamma che ne scaturisce è aromatica, saporita, e di certo non gentile: arriva intensa, irresistibile, inequivocabilmente hard. Lo si capisce al primo morso.
Poi, a mano a mano che si procede, la forza si modula: il fiordilatte ben trattato e il Provolone del Monaco aggiungono note dolci, burrose, una morbidezza intrigante e necessaria che doma la piccantezza senza spegnerla. Un equilibrio che cresce, che seduce.

Il tutto sostenuto da un impasto costantemente performante. Asciutto, pulito mai umido o secco. Una base che lavora, accompagna, esalta.
3. La pizza Salsiccia e Broccoli secondo Bove

Fiordilatte, crema di friarielli, salsiccia pezzentella, smashed di broccoli baresi, salsa al blu di bufala, croccante rosso lucano, basilico, olio evo monocultivar Ortolana Frantoio Romano (13 €)
Abbandonate l’identità del classicismo partenopeo. La Salsiccia e Broccoli secondo Bove è una rivisitazione burlesque dell’intramontabile sposalizio. L’impasto è ancora una volta profumato e leggero, con una cottura che potrebbe fare scuola. La costruzione è una sequenza stratificata: delicatezza di fiordilatte, poi una spennellata corposa di crema di friarielli, verde intensa, dal respiro vegetale. Morbida, vellutata, avvolge con eleganza, senza sgarri, una linea aromatica poco amara e molto educata. La salsiccia pezzentella è rustica, saporita, quasi bucolica nei suoi aromi affumicati e speziati. Si scioglie in piccoli scrigni di gusto che punteggiano ogni fetta con decisione, come colpi di scena ben piazzati.

Poi il giuoco plus. Lo smashed di broccoli baresi porta freschezza e terra, una dolcezza vegetale che abbassa la componente amara, mentre la salsa al blu di bufala irrompe con raffinatezza cremosa e persistente, nella sua intensità aromatica opulenta. Il croccante rosso lucano smorza con visioni leggermente peccanti. Ritmo e pausa allo stesso tempo, per una firma che cambia i canoni e personalizza ciò che già stato scritto.

Una prova magnifica, memorabile, che sfiora il dieci in pagella. Una maturità inaudita che intreccia bellezza, tecnica, cucina e un impasto che non teme paragoni con i grandi nomi. Perché Giuseppe, ormai, è di diritto nell’olimpo dei grandi.
Il Segreto di Pulcinella. Via Napoli, 140, 82016 Montesarchio BN. Telefono: 329 876 0545. Instagram
Le pizze di Francesco Martucci nello scontro ai Quarti con Giuseppe Bove
Sempre infrasettimanale la visita nella cosiddetta tana dei leoni, la pizzeria di Martucci, per questa sfida con Bove. Immersi nel restyling chiaroscuro del locale de I Masanielli a Caserta, il gigante buono, vestito di nero, viene personalmente a tavolo a raccogliere l’ordinazione. Sorrisi e voglia di stupire, senza spoiler su scelte e ordini di arrivo. Francesco torna al banco con aurea decisa di chi tirerà per ultimo il calcio di rigore. Dalle nostre sedute la visuale è totale. Panetto, stesura e… la giostra parte per l’ultima sfida.
1. Pizza Mani di Velluto

Crema di friarielli al latte di bufala, mozzarella di bufala campana DOP Fattorie Garofalo, salsiccia a punta di coltello di maiale di razza casertana, Pecorino dei Monti Lattari gran riserva, olio evo mozzafiato (13 €)
La Salsiccia e Friarielli secondo Martucci ha segnato il tempo. Sacro e profano. Prima di Mani di Velluto, dopo Mani di Velluto. Iconica. Un confine gastronomico. Francesco porta in tavola un intuito, un’idea che è diventata trend, una creatura sua, riconoscibile come un’impronta.
Spoiler: l’impasto sarà sublime per ciascuna protagonista — nel morso, nel profumo, nell’asciugatura, nella struttura, nel sapore. Un manifesto completo del saper fare.
La Mani di Velluto è una storia di bellezza. Qui la sfacciataggine dell’atavico rito partenopeo si fa da parte per lasciare spazio all’eleganza. Il friariello si nobilita: perde la fibra rustica, modella l’amaricante, e come uno xilofono colpisce tutte le note, una per una.

Il latte di bufala diluisce la crema di friarielli, persuasiva, netta, costante. Un velluto che respira, un amaro che resta, ma convive con una dolcezza lattica minuta e decisiva. La cremosità non è più veicolo, è ingrediente. La bufala filante aggiunge carattere, verticalità.

Poi arriva l’affondo, salsiccia a punta di coltello di maiale di razza casertana. Grana irregolare, gusto pieno, succulento, autentico. Zing rustici e nobili allo stesso tempo. Ogni volta che titilla il palato, è un colpo di scena, una deviazione narrativa. A cucire la trama, il tocco di austerità: la sapidità elegante del Pecorino dei Monti Lattari gran riserva, con quella punta di piccantezza “stagionata” che chiude il cerchio e firma la composizione.
Una fusione che non ha bisogno di proclami: una pizza che si fa piatto e un piatto che si fa pizza. Concetti che coesistono, delicatezza e vigore, dolcezze e punte aromatiche, in un equilibrio di pura identità martucciana. Magistrale.
2. Camouflage

Fiordilatte, patè di olive caiazzane, ‘nduja di spilinga, pesto di aglio orsino (13 euro)
Colpisce subito l’aspetto concettuale della questione. Per Francesco, la Diavola — o pizza piccante che dir si voglia — è una stagionale, come un rito che torna solo quando le temperature lo permettono. Fortuna che becchiamo la sua idea di spicy di ritorno al menu al suo primo nuovo giorno. E ancora storia, ancora pesca miracolosa dalla sua personale galleria dei pezzi forti. Camouflage, un’altra icona. Una realizzazione vanitosa, che trova la propria bellezza negli incastri cromatici luminosi, nella regia grafica che Francesco domina istintivamente.

Teoria: la gestione del piccante, secondo Martucci, si doma con l’amaro. Pochi ingredienti. Quattro soltanto. Quattro stechiometrici, calibrati al millimetro. E così il morso ha una comprensione istantanea.
Il lampo rosso della ’nduja di Spilinga, sensuale, saporita, untuosa al punto giusto, accende ogni morso, sprigionando una piccantezza aromatica che non chiede permesso, ma conquista. Poi entra il passo sicuro del paté di olive caiazzane, profondo, denso. Il richiamo amarognolo è audace, quasi ipnotico, e la consistenza granulosa rallenta, contrasta, accompagna. Freno e acceleratore allo stesso tempo.
Infine, il dialogo accoglie la vena aromatica, a tratti balsamica, del pesto di aglio orsino. Un soffio che colora il palato dai chiaroscuri: smussa, pulisce, rinfresca e poi rilancia.

Il palcoscenico del simposio resta coerente. Privo di errori, come le dinamiche dei protagonisti. Il risultato è una Diavola che smette di essere semplicemente piccante per diventare una teoria applicata.
3. Futuro di Marinara – Pizza a tre cotture

Crema di pomodoro arrosto, olive caiazzane Presidio Slow Food, alici, pesto di aglio orsino*, capperi di Salina Presidio Slow Food, origano selvatico di Salina (12 euro)
La scelta a mano libera è tra la coerenza del percorso e la sorpresa da Martucci come da Bove. Se le due precedenti si definiscono icone, la Futuro di Marinara è già scritta nei libri di storia della pizza. Non un esperimento: un capitolo. La tripla cottura, marchio di fabbrica della casa, è la firma che non ha bisogno di essere letta per essere riconosciuta.

L’espressione è devastante. Una lectio magistralis sul trittico vapore–fritto–forno, che qui trova forma, struttura e consistenza nel morso. Un dogma. Una linea stilistica che non accenna a tremare. È bellissima: dolce, sapida, aromatica, umami, profonda. E poi arriva il crunch, calibrato come un effetto speciale da cinema muto. Parla da solo. La cottura e l’asciugatura sono quelle che lasciano le mani immacolate, l’idea di pulizia assoluta, di rigore moderno.

Un cazzotto dritto, elegante e ruspante allo stesso tempo. Una pizza che detta il futuro. Praticamente perfetta.
Francesco ha preso il suo passato e ha mostrato quanto è saldo nel futuro. Una prova da dieci con lode.
I Masanielli di Francesco Martucci. Viale Giulio Douhet, 11, 81100 Caserta CE. Telefono: 0823 741284. Instagram
I voti e chi vince la sfida tra Il Segreto di Pulcinella e I Masanielli di Francesco Martucci

Le 3 pizze di Il Segreto di Pulcinella di Giuseppe Bove a Montesarchio (BN) totalizzano 818 punti.
Mentre, le 3 pizze de I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta totalizzano 874 punti su 900 disponibili!
Una differenza di 56 punti tra Martucci e Bove che decreta la vittoria della Pizzeria I Masanielli di Francesco Martucci, ultima finalista del Campionato della Pizza 2025.
Una sfida che rimarrà negli annali del Campionato della Pizza 2025 per i punti conquistati dalle due pizzerie. Sontuoso Giuseppe Bove e mastodontico Francesco Martucci.
Tre pizzerie di Caserta e una sola di Napoli. Chi vincerà la finale cui accede Martucci dopo la sfida con Bove e che troverà sulla sua strada Salvatore Lioniello, Sasà Martucci e Davide Ruotolo?
[Al tavolo di giuria: Francesca Brunzo, Domenico Castaldo e Alberto Colella]




