Campionato della Pizza 2025: Decimo Scalo – Il Segreto di Pulcinella

Ultimo giro, ultima corsa. Arrivano alla conclusione gli Ottavi di Finale del Campionato della Pizza 2025. L’ultimo scontro diretto di questa fase è tra Caserta e Montesarchio (BN) con due grandi protagonisti del mondo pizza: Vittorio Vespignani e Giuseppe Bove.
Con il vincitore di questa sfida completiamo lo schema dei Quarti di Finale che vedono I Masanielli di Francesco Martucci in attesa di confrontarsi con Il Segreto di Pulcinella di Giuseppe Bove.
I contendenti dell’ultima sfida: Vittorio Vespignani

Il percorso dei due protagonisti è stato avvincente. Vittorio Vespignani con la sua Decimo Scalo si è conquistato il secondo posto nella classifica provvisoria delle qualifiche con 835 punti (un bel 9,3 in pagella) in questo campionato 2025. Andando a consolidare la propria forza già dimostrata lo scorso anno, quando fu primo nel suo girone riuscendo anche conquistarsi il podio nella classifica delle migliori margherite in Campania. Podio che ha sottolineato in questo 2025, piazzandosi sul gradino d’argento per la Pizza Margherita anche nella recente edizione di Pizza Awards a Roma.

Nell’arco di questo anno, intanto, Decimo Scalo ha cambiato casa. Dalla sua storica location in via Sant’Agostino, si è spostato in via Leonetti seppur sempre a Caserta e sempre al civico 10. Ha raddoppiato i coperti ed ha ampliato anche i suoi spazi di lavoro; eppure, resta quel “luogo del cuore” che tanto lega i casertani a Vittorio e Mery. Un luogo che insieme hanno saputo far sentire casa grazie alla scelta di un impasto identitario, materie prime selezionate e creazioni che non perdono mai il legame con le radici che Vittorio sottolinea con forza.
Giuseppe Bove

L’altra parte in causa della sfida è un pizzaiolo formatosi come chef. Giuseppe Bove e la sua pizzeria Il Segreto di Pulcinella sono un riferimento per Montesarchio e tutta la zona circostante. Ci vogliamo sbilanciare e diciamo che Bove è sicuramente tra i top player della Campania, nonostante se ne parli ancora troppo poco. Giuseppe ha conquistato il quinto posto nella classifica provvisoria con 813 punti (un 9 in pagella). Ma non è nuovo ad alti punteggi. Nella scorsa edizione del campionato nonostante un punteggio di 702 non riuscì a qualificarsi, avendo beccato un girone con importanti performance.

In questa sua reggia, Bove ha trovato lo spazio e la possibilità di esprimersi a tutto tondo. Aperta da 2 anni, ha rappresentato il coronamento di un sogno ma anche una presa di coscienza. Bove, infatti, ha potuto finalmente crearsi una cucina a misura del suo talento. Ma soprattutto ha voluto ancora una volta rimarcare la sua scelta di appartenenza, coerenza e territorio. Restare a Montesarchio è più di una questione logistica, è parte della filosofia che Bove ha deciso di portare in tavola attraverso la valorizzazione dei prodotti e dei produttori della zona, grazie all’estro culinario impiegato per trasformare ricette genuine ma povere in topping sontuosi ma autentici.
Insomma, si preannuncia una sfida a suon di territorio e sostanza!
Le regole del gioco non cambiano: tre giudici per tre pizze – due obbligatorie e una a scelta del pizzaiolo o della sala; schede di votazione che prevedono un punteggio massimo di 100 punti per pizza per un tetto massimo di 900 punti per pizzeria.
Le pizze di Decimo Scalo nella sfida agli Ottavi contro Il Segreto di Pulcinella

Ad aprire la sfida è Decimo Scalo. Vittorio Vespignani ha scelto di aprire anche a pranzo nei giorni martedì, mercoledì e giovedì. Oltretutto, proprio in via Leonetti vi è parcheggio multipiano che facilita la logistica. La nuova Decimo Scalo non puoi non vederla: tre porte su strada con l’insegna su tutti e tre gli spazi e la scritta a muro “Vittorio Vespignani”. Siamo in un palazzo storico di Caserta, a pochi passi (200 metri) da Piazza Vanvitelli.
È un mercoledì a pranzo; eppure, il locale è pieno. Anzi, vi anticipiamo che nella durata del nostro giro pizza c’è stata una bella danza in sala tra tavoli che si alternavano. Tant’è che Vittorio salutandoci dal suo banco con vista sulla sala, ci lascia nelle mani del gentilissimo cameriere promettendoci un’uscita. Che non riesce. Veramente era una trottola tra stesura, controllo cotture e supervisione al pass.
Partiamo con il nostro ordine: Marinara, fritta e “fai tu”. Vittorio si sincera di alcuni dettagli: “Posso fare una mia versione di marinara? Non è a menù ma vorrei proporvela!”
Ci sembra sia centrato lo spirito creativo del campionato. E allora via! Si inizia!
1. La mia versione di Marinara

Pomodoro arrosto cotto a bassa temperatura, pesto di aglio orsino, origano di Salina, olio evo (13 euro).
Pizza fuori menù per iniziare. Una marinara che Vittorio decide di creare al momento e che in tutta onestà ci sorprende. La sua marinara classica aveva riscosso molto successo in passato guadagnandosi la medaglia di bronzo tra le migliori marinare di Caserta con ben 252 punti (un 8,4 in pagella).

Estetica poco coinvolgente sul fronte del topping, disturbata da una “scazzetta” proprio al centro della pizza e che risalta ancor più per vicinanza al pesto di aglio orsino. Seppur molto essenziale negli ingredienti, all’odore si recepisce subito la sensazione di “marinara” grazie all’aglio e all’origano che danno una bella propulsione aromatica. Alla vista si può anticipare anche una bella cottura che è confermata poi al morso.

E ancora, di confermata c’è la “sugosità” dovuta sia all’abbondanza di salsa sia all’accompagnamento del pesto di orsino che però risulta in eccesso e dunque tende a mancare in equilibrio nel gusto. L’impasto è il marchio distintivo di Vittorio: riconoscibile e saporito. Un diretto che lievita e matura a lungo e che vede una piccola percentuale di farina integrale. Il sapore della base, infatti, non si camuffa mai con il topping seppur a volto assai carico. Una marinara saporita indubbiamente, ma una volta assaggiata la tradizionale… e chi se la dimentica!
2. Ciummariello

Crema di peperoncini di fiume, peperoncini del fiume spadellati, pomodorini confit, basilico e mozzarella di latte di bufala. Dopo cottura: cacio ricotta del Cilento e peperoncini di fiume crudi (14 euro).
Vittorio Vespignani sceglie di proseguire con la pizza a scelta per il secondo step. E sceglie la Ciummariello, una pizza simbolo di Decimo Scalo. Da che ricordiamo non è mai mancata e non ha mai deluso! Un cerchio perfetto, la si potrebbe chiamare. Il cerchio risulta perfetto non solo per la circonferenza della pizza, ma anche per l’equilibrio degli ingredienti, del morso, delle sensazioni dolci, amare, sapide e acide.

La cottura avrebbe potuto prolungarsi di qualche secondo e avrebbe garantito quel leggero crunch che non avrebbe stonato. Ma che nel morso complessivo non è mancato grazie alla presenza del peperoncino di fiume a crudo dopo la cottura.

Piegare lo spicchio e azzannare diventa inevitabile complice il profumo che libera questa pizza. Ed al palato ricorda la marenna estiva post mare con peperoncini e mozzarella. Il pomodoro confit è il giusto esaltatore di dolcezza che controbilancia il peperoncino ma anche il cacio ricotta del Cilento. Il morso è avvolgente ed il gusto esplode facendo ballare piacevolmente le papille. Un gusto carico di intensità e che rende limpida la filosofia di Decimo Scalo. Creare una piccola trattoria della pizza e raccontare il territorio nel centro città.
3 La pizza L’immortazza

Focaccia fritta e al forno. Dopo cottura: mortadella artigianale Gran Riserva “Favola”, mozzarella di latte di bufala, fettine di limone fresco, pepe fresco macinato e olio evo Fontana Lupo “Decimo Scalo” (16 euro).
Vespignani sceglie di servirci la sua versione di Fritta come terza ed ultima pizza. Un panetto in doppia cottura, prima fritta e poi passata al forno. La particolarità è nella forma: è infatti rettangolare. Ricordate la libera scelta di Vittorio alle qualifiche? Era la sua versione di Provola e pepe (Affumicata). Ebbene parliamo della stessa “base” per questa Immortazza. Stavolta però la nota crunchy è meno impattante alla vista in quanto il panetto è coperto dalla mortadella. Il profumo è proprio quello della mortadella appena affettata che si mescola al limone fresco.
L’estetica è da raffinare, anche a causa dalla troppa presenza di limone che fa sentire forte la sua presenza anche all’olfatto. A completare, il pepe che spinge sulle note aromatiche mentre la mozzarella di bufala è forse poco presente.

Gli ingredienti sono praticamente tutti messi dopo cottura, quindi al morso si percepisce una bella freschezza. Il fritto è svolto benissimo per cui non si avverte la necessità di sgrassare. Desiderabile invece una maggiore croccantezza seppur la fetta regga bene sia il peso del topping sia il morso che non è ostacolato dallo spessore.

Una pizza comfort che potrebbe dare di più se dosata meglio o addirittura servita farcita al centro. Migliorerebbe, forse, il legame tra i vari elementi e farebbe esplodere sapore e aromaticità con la fetta di limone al centro del salume.
Decimo Scalo. Via Raffaele Leonetti, 12, 81100 Caserta CE. Telefono: 0823 187 0201. Instagram
Le pizze de Il Segreto di Pulcinella nella sfida agli Ottavi con Decimo Scalo

La classifica provvisoria ha voluto che a sfidare Decimo Scalo fosse Il Segreto di Pulcinella, la pizzeria di Giuseppe Bove a Montesarchio, unica rappresentante della provincia di Benevento approdata a questa fase finale.
Montesarchio è un po’ come Caiazzo e pare distante da tutto. Ma è giusto dirvi fin da subito che “vale il viaggio”. In realtà, anche il modo di far diventare i dischi di pasta un palcoscenico per il territorio è un’altra caratteristica che accomuna i due.
La Valle Caudina è casa di Bove da ben 13 anni (professionalmente). Ma fin da subito, fin dai tempi del solo asporto, Giuseppe Bove ha provato a dare alla pizza un carattere personale. Ha dato spazio a piccoli produttori insistendo su due concetti chiave: non omologarsi e scovare chicche di quella zona di Campania.
Da poco più di due anni Giuseppe ha inaugurato la nuova sede de Il Segreto di Pulcinella. Un grande parcheggio davanti al locale è già un punto a favore. L’ingresso crea un ampio disimpegno coperto e riscaldato (quando serve) per le attese. L’entrata in sala vede Antonella, moglie di Giuseppe, ad accogliere. Gentile, garbata e sorridente gestisce la sala in modo preciso. Veniamo accompagnati al tavolo e non resta che ordinare!
Ormai la comanda è cosa nota: Marinara, fritta e una pizza a scelta del pizzaiolo.
1. La pizza Montanara Revenant

Stracciata di vaccino, finocchio arrostito e marinato, salmone selvaggio Sockeye (marinato con sale, zucchero di canna e affumicato al faggio), cipolle viola in agrodolce, polvere di olive nere infornate, basilico, olio evo Monocultivar Ortolana Frantoio Romano (18 euro).
Giuseppe Bove decide di iniziare con il fritto. Ma stentiamo a crede che questa pizza sia stata fritta. Questo perché i due passaggi sono stati svolti magistralmente. Dopo la frittura, infatti, la montanara è asciugata in un forno a nastro. Zero untuosità, per una doratura pazzesca ed una leggera croccantezza sui bordi che però non toglie il centro della scena alla sofficità dell’impasto. E tutto ciò è percepibile già alla vista. La struttura di questa montanara non lascia spazio a dubbi e invoglia al morso. L’aspetto estetico non è da sottovalutare: disposizione ordinata e precisa del topping, colori intensi ed avvolgenti.

Il salmone spicca ma non sovrasta lasciando spazio alla cipolla ed al basilico che danno il tocco finale. E lo stesso accade con il profumo: il salmone non copre. Anzi, si sentono le marinature e le affumicature. i finocchi non sono visibili ma sorprendono al morso con la nota croccante che è il quid in più nella masticazione; insieme alla cipolla, rendono completa l’altalena palatale sia per sapori che per sensazioni.

Una pizza degna di uno chef, misurata millimetricamente in sapidità e dolcezza. Una di quelle pizze che ti fanno dire poco e pensare tanto.
2. La Marinara Bove

Ristretto di pomodoro biologico, datterini confit in doppia cottura, olive nere di Leccino, foglie di Capperi di Salina, Alici di Sicilia, basilico fresco, aglio orsino del Taburno, prezzemolo, olio evo Monocultivar Ortice Frantoio Romano (10 euro).
È il momento della marinara e Bove sceglie di portare in tavola la variante con la sua firma. Infatti, il menù prevede la marinara nella sezione “classiche e tradizionali” e poi una seconda opzione chiamata appunto Marinara Bove nella sezione “tra passato e futuro”.

Questa pizza prevede come base il panetto classico con cottura in forno. Una marinara ricca ma elegante, tanto alla vista quanto al profumo. Ancora una volta, c’è una disposizione curata di tutti gli elementi spicchio per spicchio. Notiamo però il tono del cornicione leggermente non omogeneo in alcune zone che fa pensare ad una cottura non precisissima. Ma incuriosisce di più la presenza del prezzemolo. I profumi ci sono tutti, distinti e decisi. Non resta che assaggiare!
Il gusto è equilibrato e delicato. Tutti gli ingredienti si mixano e controbattono tra loro creando un dialogo garbato ed elegante. I pomodori sono eccellenti e bilanciano la sapidità propulsiva delle alici che esalta a sua volta l’aromaticità dei vari prezzemolo, origano, aglio e basilico. Le olive sono squisite e ricche di sapore.

Peccato che quella sensazione avuta ad occhio sulla cottura, si conferma in alcuni morsi in prossimità del cornicione dove resta un filino umida. Ad essere onesti, questo dettaglio non compromette il gusto anche perché l’impasto non perde in sapore e profumo; una caratteristica di Bove.
3. La pizza Quasi una tagliata

In cottura: fiordilatte, fondo bruno al midollo. In uscita: tartare di manza del Sannio, rucola in 2 consistenze (gel e polvere), mousse di Sovrano di bufala, basilico, olio evo monocultivar Ortolana Frantoio Romano (14 euro).
Ultimo step: terza pizza vuol dire che tocca al pizzaiolo o alla sala proporre un assaggio. Giuseppe Bove va spedito su Quasi una tagliata, un piccolo tributo al Sannio nei suoi principali elementi: carni e formaggi. Ma è anche una pizza che ancora una volta sottolinea le capacità e la formazione da chef di Bove.

Di nuovo una pizza dall’aspetto visivo impeccabile: rotondità e ordine. I bei colori caldi e tenui, sia della cottura del panetto sia dei vari ingredienti del topping, fanno spiccare la tartare ed il gel di rucola. Si intravede sulla base il fondo bruno di midollo che è la nostra principale spinta al morso. A naso non ha particolare intensità, ma non ci aspettavamo grandi slanci da una carne cruda. Assaggiandola, il primo guizzo è della rucola che spinge sul balsamico e l’aromatico. Subito dopo arrivano la freschezza e masticazione della tartare che aumentano la permanenza al palato del boccone. Ecco poi la cremosità della mousse di sovrano di bufala che gioca con la sapidità.
Quello che proprio arriva poco e senza troppa incisività, è il fondo bruno di midollo. Insomma, la pizza ci lascia una punta di insoddisfazione perché avremmo voluto che il fondo bruno ci desse un senso più profondo, una botta di sapore più intenso. Ottima pizza, ma Bove sa eccellere e al buono ci si abitua subito.

Il panetto continua a performare ottimamente perché l’impasto è saporito, profumato e molto molto riconoscibile. Cotto a puntino poi, rasenta la perfezione.
Il Segreto di Pulcinella. Via Napoli, 140, 82016 Montesarchio BN. Telefono: 329 876 0545. Instagram
I voti e chi vince la sfida tra Decimo Scalo e Il Segreto di Pulcinella

Il tavolo di giuria composto da 3 giudici è lo stesso per entrambe le pizzerie in sfida.
Le 3 pizze di Vittorio Vespignani della pizzeria Decimo Scalo di Caserta totalizzano 742 punti.
Invece, le 3 pizze di Giuseppe Bove nel suo locale di Montesarchio Il Segreto di Pulcinella totalizzano 766 punti.
Una differenza di 24 punti tra Bove e Vespignani. Passa il turno la pizzeria Il Segreto di Pulcinella che nei Quarti di finale incontrerà I Masanielli di Francesco Martucci.
[Al tavolo di giuria: Francesca Brunzo, Vincenzo Consiglio, Laura Dal Sacco]
Gli Ottavi di Finale