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Firenze

Coronavirus. In Toscana parte l’asporto di ristoranti, bar e pizzerie

La Toscana è la prima regione d'Italia a consentire dal 24 aprile l'asporto di piatti, pizze, dolci che aiuteranno i locali nelal ripartenza
giovedì, 23 Aprile 2020 di

La Regione Toscana ha emanato un’ordinanza che autorizza dal 24 aprile la vendita di cibi per asporto nei pubblici esercizi come ristoranti, pizzerie, gelaterie, bar e pasticcerie.

L’ordinanza accoglie le richieste delle associazioni di categoria, secondo cui mediante la prenotazione per telefono, email o messaggio Whatsapp il cliente si presenterà al punto vendita a un orario prestabilito, senza che si creino assembramenti.
   

“Affiancando l’asporto alla consegna a domicilio, già possibile ma estremamente impegnativa ed onerosa, si ‘riaccendono’ le cucine e si rimette in moto un po’ di occupazione, fornendo un servizio essenziale a consumatori e famiglie”, affermano la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini e il presidente di Fipe-Confcommercio Aldo Cursano.

“Accogliamo con favore l’ordinanza 41 firmata dal presidente della Toscana Enrico Rossi, che permette a ristoranti e alle altre imprese della somministrazione della regione di tornare a vendere d’asporto. Il take away è la soluzione più efficace per far ripartire ristoranti, bar e locali nella sicurezza di tutti, dipendenti e clienti. Per questo chiediamo che la possibilità prevista in Toscana sia estesa in tutta Italia”.

Così, in una nota congiunta, FIPE Confcommercio e FIEPeT Confesercenti, le principali organizzazioni di rappresentanza delle imprese della somministrazione in Italia. 

Nella fase di riapertura di fabbriche e uffici, la consumazione al di fuori dei locali svolgerà ancora un ruolo cruciale. La consegna a domicilio, però, non basta.

È fondamentale dunque che ristoranti e bar possano riprendere anche la vendita d’asporto, per garantire il servizio con maggior sicurezza, visto che il take away riduce drasticamente il rischio di assembramenti. Non a caso, la facoltà di vendita d’asporto è già concessa in molti importanti Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Svizzera, Turchia e Olanda. L’Italia dovrebbe rapidamente adeguarsi per il beneficio di tutti, imprese e cittadini.