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Green pass al ristorante: se non controlli fai concorrenza sleale agli altri

A Jesolo, Massimiliano Giannelli solleva un problema di cui molti parlano: non chiedere il green pass al ristorante è concorrenza sleale
giovedì, 04 Novembre 2021 di

Archiviata la stagione dei dehors e delle recensioni negative ai ristoranti che chiedono il green pass, avanza il tema della concorrenza sleale.

A sollevare il problema, invero dibattuto in segreto tra i ristoratori, è Massimiliano Giannelli, gestore del ristorante Dai Nostrani a Jesolo. Cucina, carne e pizzeria per questo locale che, come afferma il proprietario, ha avuto una stagione estiva splendente.

Dal 6 agosto, giorno di introduzione dell’obbligo di green pass per accedere alle sale al chiuso dei ristoranti, è iniziata una guerra di concorrenza sleale sul certificato verde. Culminata appunto con le recensioni negative dei clienti no green pass per dare filo da torcere ai ristoranti sul terreno di stellette e pallini.

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Ma la concorrenza sleale di cui parla su Instagram il proprietario del ristorante veneto a proposito di green pass è un’altra.

C’è differenza tra il ristorante che osserva la norma e chi non l’applica. Non chiedere il green pass al ristorante è concorrenza sleale. Chiudere un occhio significa assicurarsi la tavolata in cui c’è il fiero no green pass.

Lo spiega bene Giannelli nel suo video sfogo. Ha dovuto rinunciare a tavolate di più persone perché all’interno del gruppo c’era chi non era vaccinato e non voleva farsi il tampone. E senza il green pass, rammenta il ristoratore di Jesolo, nel suo ristorante non si può entrare. Significherebbe mettere a rischio il lavoro di 10 persone per un controllo che porterebbe all’inevitabile chiusura e alla multa.

La concorrenza sleale tra ristoranti è non chiedere il green pass

“Ci sono delle regole che ci possono piacere o meno dice sfogandosi nel filmato ma come tali vanno rispettate. Noi non ci divertiamo a controllare i Green pass, ma lo dobbiamo fare per legge. La concorrenza leale è bella perché ti aiuta a migliorare, chi non chiede o non verifica la certificazione fa una forma di concorrenza sleale verso quei locali che controllano il certificato. Abbiamo perso delle tavolate numerose perché qualcuno non aveva il Green pass o un tampone. Ma se avessimo accettato quelle persone, in caso di controllo, chi rischia saremmo stati noi”.

Giannelli di nomi di ristoratori che fanno concorrenza sleale perché non chiedono il green pass all’ingresso del ristorante non li fa.

Ma riporta il comportamento di molti clienti che non hanno a portata di mano il green pass per il controllo. Perché nessuno me lo chiede, si giustificano.

L’appello è chiaro: c’è bisogno di osservare le regole del green pass per rispettare il lavoro dei colleghi ed evitare la concorrenza sleale. E per rispettare i clienti che seguono la lettera della legge andando al ristorante con il green pass. Anche perché questo obbligo non verra meno a breve.

Cosa succederà a Natale

Natale

Il Gazzettino riporta l’intervento del delegato comunale di Confcommercio Alberto Teso in tema di concorrenza sleale da green pass. “Ad oggi non ci risultano situazioni specifiche su questo fronte spiega ma come associazione continueremo a monitorare la situazione. Come abbiamo fatto già in altre occasioni il nostro appello è uno solo e chiaro. Invitiamo tutti a rispettare le regole e ad operare seguendo quanto previsto dalle varie normative, questo per garantire la sicurezza degli ospiti e degli stessi lavoratori, titolari compresi”.

Resta la preoccupazione per quello che potrà accadere a Natale con i ristoranti sul litorale di Jesolo che riapriranno dopo le ferie. Ma l’idea che non chiedere il green pass al ristorante sia atto di concorrenza sleale è ben più diffusa.